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L'Abbazia Cistercense di Abbadia Cerreto, fatta costruire dall'Abate Ambrogio di Chiaravalle nel XII secolo, sorge sul luogo di un precedente insediamento monastico voluto dai Conti Cassini nella seconda metà dell'XI secolo.

Le fondamenta dell'abbazia vennero gettate nel 1137. I primi monaci giunti ad Abbadia Cerreto furono i Benedettini che bonificarono la zona rendendola fertile e arricchirono l'abbazia. Successivamente si insediarono nel 1139 i cistercensi ed è in quel periodo che la chiesa subì gli interventi più significativi.
La chiesa presenta una pianta a croce latina, con tre navate e transetto. La costruzione è in cotto con un motivo decorativo ad archetti pensili, tipicamente romanico, che corre lungo il perimetro dell'edificio.
Romanica è anche la facciata preceduta da un portico che al centro si apre con un grande arco che corrisponde all' unica porta d'accesso all'edificio. Vi sono poi due campanili, uno quadrangolare semplicissimo e l'altro ottagonale.
All'interno è decorata lungo le navate da affreschi raffiguranti santi dell'ordine cistercense. Oltre al coro del Seicento, ad alcune pale d'altare, ad un crocifisso in bronzo del XVII sec., l'abbazia ospita una piroga ritrovata nell'Adda, testimonianza della presenza umana nella zona in tempi remoti.

I monaci a Cerreto si insediarono poco dopo il Mille, chiamati da una nobile famiglia, quella dei Conti di Cassino, che aveva dovuto abbandonare la città di Lodi e che qui si era creata il suo piccolo feudo. Di fatto i benedettini diedero vita, in pochi anni, ad una realtà significativa sotto il profilo religioso, fiorente da un punto di vista economico.
I problemi iniziarono un secolo più tardi, attorno al 1130: nelle contese fra papi e antipapi, negli scontri fra poteri forti, i benedettini di Cerreto scelsero di appoggiare l'esponente “sbagliato”. A correggere il loro errore intervenne allora la più influente personalità del secolo, quel Bernardo di Clairvaux impegnato in quegli anni in una sfibrante opera di pacificazione nelle città italiane e nella cristianità intera. Il risultato fu una rifondazione dell'abbazia lodigiana secondo la riforma cistercense. Rifondazione morale e materiale.

Bernardo voleva una chiesa semplice e dignitosa, umile ma forte. A Cerreto le parole di Bernardo si fecero pietre e mattoni. Tre grandi navate per accogliere i fedeli, protesi verso l'altare in un comunitario cammino eucaristico, con un anelito così marcatamente cristocentrico da non lasciar spazio a cappelle e altarini. Il tutto sotto volte ampie e alte, a richiamare il cielo. Quasi sorretto, qui sulla terra, da massicci pilastri, come a dar sicurezza, come a offrir certezze.

Cartina da Milano Storia della Chiesa

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